MASSERIA MONGIO’ DELL’ELEFANTE
La Masseria sorge in una zona di notevole valore paesaggistico, tra le più belle e suggestive del litorale di Otranto, accanto alla famosa “Baia dei Turchi”, una rada dal mare cristallino.
Masseria Mongiò costituisce la parte nord della vasta tenuta dell’omonima famiglia. Dai vecchi edifici rurali, dopo una lunga e attenta ristrutturazione, sono state ricavate 12 suites, diverse l’una dall’altra come dimensioni e distribuzione degli ambienti ma comunque simili nello stile e nei materiali. Per la ristrutturazione si è scelto di utilizzare materiali e colori pienamente compatibili con l’ambiente naturale circostante, massimizzando il riutilizzo dell’esistente al fine di mantenere un senso di continuità con il passato, ma offrendo al contempo le miglior soluzioni per il benessere ed il confort degli ospiti.
L’intervento è stato improntato a ridurre al minimo gli impatti ambientali, anche grazie all’esclusivo utilizzo di energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili.
I nostri ospiti, sensibili al tema del rispetto dell’ambiente, con i loro comportamenti sono anch’essi partecipi dell’intero processo di tutela ambientale.
La famiglia Mongiò venne nel Salento al seguito degli angioini alla fine del XIV secolo stabilendosi a Lecce e a Galatina.
Verso la metà del XVI secolo si divise in due rami, Mongiò del Giglio e Mongiò dell’Elefante a cui appartengono i proprietari della tenuta.
Il logo della masseria riprende lo stemma della famiglia, semplificandolo, e mettendo in risalto il suo elemento principale, l’elefante con la torre.
In araldica l’elefante simboleggia forza e grandezza d’animo ma in molte culture è associato a fortuna e felicità.
Non abbiamo ancora la pretesa di donare la felicità ma certamente abbiamo l’ambizione di rendere il vostro soggiorno gradevole e sereno, immersi nella natura e nei profumi di un luogo incantevole.
La vicinanza al mare, ma in un contesto rurale rende Masseria Mongiò dell’Elefante unica rispetto a tutte le altre masserie presenti sul territorio. Infatti a soli 250 metri dalla masseria, nascosta dal boschetto di pini e lecci, si trova la Baia dei Turchi, il luogo in cui, come tradizione vuole, sbarcarono gli ottomani nel 1480.
Quello che appare agli occhi dell’attonito visitatore, dopo aver attraversato il breve sentiero nel bosco di pini e lecci, è un’insenatura dal sapore caraibico, caratterizzata da sabbia bianca ed un mare dalle sfumature turchesi.
Il contatto con la natura, i profumi della campagna e del mare fanno di Masseria Mongiò un luogo autentico, dove vivere un’esperienza unica e irripetibile.
La Masseria dispone di 12 suite, diverse l’una dall’altra come dimensioni e distribuzione degli ambienti ma comunque simili nello stile e nei materiali. Per la ristrutturazione sono stati utilizzati materiali locali, come pietra leccese e legni di recupero.
Le suite, tutte finemente arredate con sobrietà ed eleganza, da 3 fino a 5 posti letto, dispongono di ingresso indipendente e sono dotate di aria condizionata, 2 Tv/color, frigobar, cassaforte, servizio internet Wi-Fi gratuito.
Le suite sono dotate di terrazza o di giardino privato e tutte godono dello splendido e variegato paesaggio circostante dove si alternano il bosco, il vigneto ed i campi coltivati, intervallati da scorci di mare blu.
Sono messi a disposizione due appartamenti per le necessità di clienti con disabilità.
Dalla nostra struttura si accede direttamente alla splendida spiaggia “Baia dei Turchi” attraverso un percorso ombreggiato di circa 250 metri.
La nostra cucina si basa sull’utilizzo di ingredienti provenienti dal territorio salentino, elaborati secondo la tradizione locale, selezionati per ottenere la migliore qualità per i nostri ospiti.
I prodotti tipici, provenienti da aziende agricole locali, sono proposti attraverso una cucina semplice, con stile innovativo ed elegante. La particolare posizione della Masseria, in prossimità del mare ma in un contesto tipicamente rurale, si esprime con un menù a base di pesce e verdure locali. La nostra cantina offre il meglio dei vini pugliesi di qualità.
La struttura è dotata di una zona relax ad uso esclusivo degli ospiti della masseria, l’Ipogeo, dotata di un’ampia vasca idromassaggio, un bagno turco, una sauna, una doccia emozionale ed un angolo tisaneria. Ai nostri ospiti è riservata anche la possibilità di prenotare massaggi in camera o sulla terrazza con vista sulla baia.
Per farvi cogliere appieno l’emozione di una vacanza rigenerante, vi daremo il benvenuto con un prezioso omaggio, un Wellness Check, metodica eseguita dal fisiokinesiterapista dr. Roberto Monesi, che avrà il compito di disegnare il vostro personale profilo di benessere.
Saprà orientarvi nel poliedrico universo dei massaggi olistici, per realizzare dei trattamenti di benessere esclusivi. Basterà prenotarsi presso la nostra reception per godere di questo primo approccio personalizzato di wellness gratuito.
VISITA ALLA CAVA DI BAUXITE
La cava di Bauxite è un ex giacimento di estrazione mineraria in cui si è formato un laghetto il cui colore dell’acqua crea un incredibile contrasto con quello delle pareti rocciose che lo circondano.
Il laghetto, formatosi nel corso degli anni dopo l’abbandono del sito minerario, a causa delle infiltrazioni d’acqua di una delle tante falde presenti sul territorio carsico, deve il suo colore particolarmente intenso grazie alla presenza di residui di bauxite nella cava, stesso motivo per cui il colore della terra circostante è di rosso intenso.
Si trova nei pressi del faro di Punta Palascia e del Monte Sant’Angelo, a pochi chilometri a sud di Otranto, proseguendo in direzione del Bosco Le Orte. La miniera è a cielo aperto ed il sito è liberamente visitabile.
VISITE GUDATE
Laghi di Alimini
Situati a nord di Otranto, il laghi Alimini sono due laghi, Alimini Grande ed Alimini Piccolo, collegati da un canale chiamato “Lu Strittu”, che fanno parte dell’ omonima oasi protetta.
Alimini Grande è circondato quasi completamente da pinete e macchia mediterranea ed ha una percentuale di salinità quasi uguale a quella marina, essendo stato generato dall’erosione del mare. Il tratto settentrionale, chiamato “Palude Traguano” è ricco di sorgenti, tra cui quella denominata “Zudrea” che, insieme al mare, alimenta il lago.
Alimini piccolo, chiamato anche “Fontanelle”, è alimentato dal canale “Rio Grande” ed è ricco di sorgenti di acqua dolce, motivo per cui le acque del lago sono prevalentemente dolci.
La zona è l’ideale per chi desidera osservare un paesaggio incontaminato costituito da una ricca avifauna di specie migratorie quali: la cicogna bianca, il fenicottero, le gru, le oche selvatiche ed i cigni. Sono presenti anche una vasta varietà di rapaci come i falchi della palude, i gheppi, i nibbi, le aquile imperiali, il gufo reale, l’allocco il barbagianni.
Tra i mammiferi si possono osservare i tassi, le puzzole e i furetti.
I laghi, con la caratteristica vegetazione e la vasta e varia fauna costituiscono uno dei luoghi naturali più preziosi del Salento e fanno parte della Zona di Protezione Speciale.
L’Albero della Vita (nella Cattedrale di Otranto)
Il mosaico pavimentale della Cattedrale di Otranto è stato realizzato tra il 1163 ed il 1165 dal monaco Pantaleone. Dettaglio affascinante, che da adito a diverse teorie, è la firma dell’autore incisa nella parte inferiore del mosaico, non all’interno della chiesa ma all’esterno subito dopo la soglia della porta. Realizzato con circa 600.000 tessere di calcare, il mosaico ricopre l’intero pavimento della cattedrale.
Nella parte centrale è raffigurato un albero, con i rami del bene e del male, che, secondo la maggior parte degli esperti, rappresenta l’albero della vita, ma le scuole di pensiero sono diverse e finora non si è giunti ad ad una conclusione comune che soddisfi tutte le ipotesi.
Attorno all’albero sono rappresentate una moltitudine di scene tratte sia dall’antico testamento che da altri contesti.
Tra le tante vi sono: la cacciata di Adamo ed Eva dal paradiso terrestre, Re Artù a dorso di un caprone, Caino con in mano un bastone nell’atto di colpire Abele ricurvo dal dolore, il Demonio sotto forma di serpente tra Adamo ed Eva, il diluvio universale con la mano di Dio su Noè inginocchiato e dall’altra parte gli animali mentre salgono sull’Arca.
La ricchezza degli elementi rappresentati, che raffigurano numerosi simboli di culture diverse, sono un’ulteriore testimonianza del fatto che la posizione geografica di cui gode Otranto ha favorito lo scambio e l’incontro fra culture e popoli differenti, fra Occidente ed Oriente.
La Cattedrale di Otranto
È la cattedrale più grande del Salento e si trova nel punto più alto della città, nel pieno centro del borgo antico.
Fu edificata sui resti di una domus romana, di un villaggio messapico e di un tempio paleocristiano, nella seconda metà dell’anno 1000 ed è dedicata a Santa Maria Annunziata.
L’episodio più famoso legato alla cattedrale è certamente quello dell’invasione turca del 1480, durante la quale all’interno della cattedrale furono massacrati tutti i cristiani che vi cercarono rifugio. Inoltre la cattedrale venne adibita a moschea ed i suoi tesori artistici andarono distrutti. Tutto questo fino a quando la città non venne liberata ad opera degli Aragonesi.
La struttura interna è costituita da tre navate e proprio in fondo alla navata destra si trova la “cappella dei Martiri”, cioè degli 800 cristiani massacrati dai turchi perchè si rifiutarono di rinnegare la propria fede, ed è la parte della chiesa dedicata al ricordo dello sterminio dei “Martiri d’Otranto”.
Il borgo antico di Otranto
Otranto è il comune più ad est dello stivale e per secoli ha rappresentato un luogo di scambio culturale, artistico e commerciale tra Occidente ed Oriente.
Conta 5.724 abitanti e sorge sull’omonimo Canale d’Otranto che separa l’Italia dall’Albania. Nel 2010 il borgo antico è stato riconosciuto come Patrimonio Culturale dell’UNESCO per la pace e fa parte del club “I borghi più belli d’Italia”.
Uno dei luoghi più caratteristici, meta di turisti e residenti, è Punta Palascia, conosciuta anche come Capo d’Otranto, da cui si può assistere alla prima alba dell’anno nuovo, essendo in assoluto il punto più ad est d’Italia.
Oranto è una città fortificata ed il suo borgo antico è racchiuso dalle mura difensive che consentono l’accesso al proprio interno attraverso la Porta Alfonsina.
Testimonianza del passaggio di vari popoli, come Bizantini, Normanni, Angioini, Aragonesi e Turchi, sono i suoi tesori artistici ed architettonici, come il Castello Aragonese, antica fortezza militare fatta costruire da Ferdinando I D’Aragona, attualmente utilizzato per mostre ed avvenimenti culturali, famoso anche per aver dato il nome al primo romanzo gotico nella letteratura inglese.
Dalla piazza in cui sorge il castello si diramano un labirinto di vicoli che proseguono per tutto il borgo antico e collegano i vari luoghi caratteristici e le bellezze artistiche come la Cattedrale di Santa Maria Annunziata, la bizantina Chiesetta di San Pietro, la chiesa della Madonna dell’Altomare, Palazzo Lopez, Palazzo de Mori.
Il grande sistema di difesa delle mura d’Otranto è il risultato di numerose modifiche che si sono avvicendate nel corso dei secoli, partendo dall’età messapica e romana fino ad arrivare agli interventi effettuati in epoca angioina.
La Masseria sorge in una zona di notevole valore paesaggistico, tra le più belle e suggestive del litorale di Otranto, accanto alla famosa “Baia dei Turchi”, una rada dal mare cristallino.
Masseria Mongiò costituisce la parte nord della vasta tenuta dell’omonima famiglia. Dai vecchi edifici rurali, dopo una lunga e attenta ristrutturazione, sono state ricavate 12 suites, diverse l’una dall’altra come dimensioni e distribuzione degli ambienti ma comunque simili nello stile e nei materiali. Per la ristrutturazione si è scelto di utilizzare materiali e colori pienamente compatibili con l’ambiente naturale circostante, massimizzando il riutilizzo dell’esistente al fine di mantenere un senso di continuità con il passato, ma offrendo al contempo le miglior soluzioni per il benessere ed il confort degli ospiti.
L’intervento è stato improntato a ridurre al minimo gli impatti ambientali, anche grazie all’esclusivo utilizzo di energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili.
I nostri ospiti, sensibili al tema del rispetto dell’ambiente, con i loro comportamenti sono anch’essi partecipi dell’intero processo di tutela ambientale.
La famiglia Mongiò venne nel Salento al seguito degli angioini alla fine del XIV secolo stabilendosi a Lecce e a Galatina.
Verso la metà del XVI secolo si divise in due rami, Mongiò del Giglio e Mongiò dell’Elefante a cui appartengono i proprietari della tenuta.
Il logo della masseria riprende lo stemma della famiglia, semplificandolo, e mettendo in risalto il suo elemento principale, l’elefante con la torre.
In araldica l’elefante simboleggia forza e grandezza d’animo ma in molte culture è associato a fortuna e felicità.
Non abbiamo ancora la pretesa di donare la felicità ma certamente abbiamo l’ambizione di rendere il vostro soggiorno gradevole e sereno, immersi nella natura e nei profumi di un luogo incantevole.
La vicinanza al mare, ma in un contesto rurale rende Masseria Mongiò dell’Elefante unica rispetto a tutte le altre masserie presenti sul territorio. Infatti a soli 250 metri dalla masseria, nascosta dal boschetto di pini e lecci, si trova la Baia dei Turchi, il luogo in cui, come tradizione vuole, sbarcarono gli ottomani nel 1480.
Quello che appare agli occhi dell’attonito visitatore, dopo aver attraversato il breve sentiero nel bosco di pini e lecci, è un’insenatura dal sapore caraibico, caratterizzata da sabbia bianca ed un mare dalle sfumature turchesi.
Il contatto con la natura, i profumi della campagna e del mare fanno di Masseria Mongiò un luogo autentico, dove vivere un’esperienza unica e irripetibile.
La Masseria dispone di 12 suite, diverse l’una dall’altra come dimensioni e distribuzione degli ambienti ma comunque simili nello stile e nei materiali. Per la ristrutturazione sono stati utilizzati materiali locali, come pietra leccese e legni di recupero.
Le suite, tutte finemente arredate con sobrietà ed eleganza, da 3 fino a 5 posti letto, dispongono di ingresso indipendente e sono dotate di aria condizionata, 2 Tv/color, frigobar, cassaforte, servizio internet Wi-Fi gratuito.
Le suite sono dotate di terrazza o di giardino privato e tutte godono dello splendido e variegato paesaggio circostante dove si alternano il bosco, il vigneto ed i campi coltivati, intervallati da scorci di mare blu.
Sono messi a disposizione due appartamenti per le necessità di clienti con disabilità.
Dalla nostra struttura si accede direttamente alla splendida spiaggia “Baia dei Turchi” attraverso un percorso ombreggiato di circa 250 metri.
La nostra cucina si basa sull’utilizzo di ingredienti provenienti dal territorio salentino, elaborati secondo la tradizione locale, selezionati per ottenere la migliore qualità per i nostri ospiti.
I prodotti tipici, provenienti da aziende agricole locali, sono proposti attraverso una cucina semplice, con stile innovativo ed elegante. La particolare posizione della Masseria, in prossimità del mare ma in un contesto tipicamente rurale, si esprime con un menù a base di pesce e verdure locali. La nostra cantina offre il meglio dei vini pugliesi di qualità.
La struttura è dotata di una zona relax ad uso esclusivo degli ospiti della masseria, l’Ipogeo, dotata di un’ampia vasca idromassaggio, un bagno turco, una sauna, una doccia emozionale ed un angolo tisaneria. Ai nostri ospiti è riservata anche la possibilità di prenotare massaggi in camera o sulla terrazza con vista sulla baia.
Per farvi cogliere appieno l’emozione di una vacanza rigenerante, vi daremo il benvenuto con un prezioso omaggio, un Wellness Check, metodica eseguita dal fisiokinesiterapista dr. Roberto Monesi, che avrà il compito di disegnare il vostro personale profilo di benessere.
Saprà orientarvi nel poliedrico universo dei massaggi olistici, per realizzare dei trattamenti di benessere esclusivi. Basterà prenotarsi presso la nostra reception per godere di questo primo approccio personalizzato di wellness gratuito.
VISITA ALLA CAVA DI BAUXITE
La cava di Bauxite è un ex giacimento di estrazione mineraria in cui si è formato un laghetto il cui colore dell'acqua crea un incredibile contrasto con quello delle pareti rocciose che lo circondano.
Il laghetto, formatosi nel corso degli anni dopo l'abbandono del sito minerario, a causa delle infiltrazioni d'acqua di una delle tante falde presenti sul territorio carsico, deve il suo colore particolarmente intenso grazie alla presenza di residui di bauxite nella cava, stesso motivo per cui il colore della terra circostante è di rosso intenso.
Si trova nei pressi del faro di Punta Palascia e del Monte Sant'Angelo, a pochi chilometri a sud di Otranto, proseguendo in direzione del Bosco Le Orte. La miniera è a cielo aperto ed il sito è liberamente visitabile.
VISITE GUDATE
Laghi di Alimini
Situati a nord di Otranto, il laghi Alimini sono due laghi, Alimini Grande ed Alimini Piccolo, collegati da un canale chiamato "Lu Strittu", che fanno parte dell' omonima oasi protetta.
Alimini Grande è circondato quasi completamente da pinete e macchia mediterranea ed ha una percentuale di salinità quasi uguale a quella marina, essendo stato generato dall'erosione del mare. Il tratto settentrionale, chiamato "Palude Traguano" è ricco di sorgenti, tra cui quella denominata "Zudrea" che, insieme al mare, alimenta il lago.
Alimini piccolo, chiamato anche "Fontanelle", è alimentato dal canale "Rio Grande" ed è ricco di sorgenti di acqua dolce, motivo per cui le acque del lago sono prevalentemente dolci.
La zona è l'ideale per chi desidera osservare un paesaggio incontaminato costituito da una ricca avifauna di specie migratorie quali: la cicogna bianca, il fenicottero, le gru, le oche selvatiche ed i cigni. Sono presenti anche una vasta varietà di rapaci come i falchi della palude, i gheppi, i nibbi, le aquile imperiali, il gufo reale, l'allocco il barbagianni.
Tra i mammiferi si possono osservare i tassi, le puzzole e i furetti.
I laghi, con la caratteristica vegetazione e la vasta e varia fauna costituiscono uno dei luoghi naturali più preziosi del Salento e fanno parte della Zona di Protezione Speciale.
L'Albero della Vita (nella Cattedrale di Otranto)
Il mosaico pavimentale della Cattedrale di Otranto è stato realizzato tra il 1163 ed il 1165 dal monaco Pantaleone. Dettaglio affascinante, che da adito a diverse teorie, è la firma dell'autore incisa nella parte inferiore del mosaico, non all'interno della chiesa ma all'esterno subito dopo la soglia della porta. Realizzato con circa 600.000 tessere di calcare, il mosaico ricopre l'intero pavimento della cattedrale.
Nella parte centrale è raffigurato un albero, con i rami del bene e del male, che, secondo la maggior parte degli esperti, rappresenta l'albero della vita, ma le scuole di pensiero sono diverse e finora non si è giunti ad ad una conclusione comune che soddisfi tutte le ipotesi.
Attorno all'albero sono rappresentate una moltitudine di scene tratte sia dall'antico testamento che da altri contesti.
Tra le tante vi sono: la cacciata di Adamo ed Eva dal paradiso terrestre, Re Artù a dorso di un caprone, Caino con in mano un bastone nell'atto di colpire Abele ricurvo dal dolore, il Demonio sotto forma di serpente tra Adamo ed Eva, il diluvio universale con la mano di Dio su Noè inginocchiato e dall’altra parte gli animali mentre salgono sull’Arca.
La ricchezza degli elementi rappresentati, che raffigurano numerosi simboli di culture diverse, sono un'ulteriore testimonianza del fatto che la posizione geografica di cui gode Otranto ha favorito lo scambio e l'incontro fra culture e popoli differenti, fra Occidente ed Oriente.
La Cattedrale di Otranto
È la cattedrale più grande del Salento e si trova nel punto più alto della città, nel pieno centro del borgo antico.
Fu edificata sui resti di una domus romana, di un villaggio messapico e di un tempio paleocristiano, nella seconda metà dell'anno 1000 ed è dedicata a Santa Maria Annunziata.
L'episodio più famoso legato alla cattedrale è certamente quello dell'invasione turca del 1480, durante la quale all'interno della cattedrale furono massacrati tutti i cristiani che vi cercarono rifugio. Inoltre la cattedrale venne adibita a moschea ed i suoi tesori artistici andarono distrutti. Tutto questo fino a quando la città non venne liberata ad opera degli Aragonesi.
La struttura interna è costituita da tre navate e proprio in fondo alla navata destra si trova la "cappella dei Martiri", cioè degli 800 cristiani massacrati dai turchi perchè si rifiutarono di rinnegare la propria fede, ed è la parte della chiesa dedicata al ricordo dello sterminio dei "Martiri d'Otranto".
Il borgo antico di Otranto
Otranto è il comune più ad est dello stivale e per secoli ha rappresentato un luogo di scambio culturale, artistico e commerciale tra Occidente ed Oriente.
Conta 5.724 abitanti e sorge sull'omonimo Canale d'Otranto che separa l'Italia dall'Albania. Nel 2010 il borgo antico è stato riconosciuto come Patrimonio Culturale dell'UNESCO per la pace e fa parte del club "I borghi più belli d'Italia".
Uno dei luoghi più caratteristici, meta di turisti e residenti, è Punta Palascia, conosciuta anche come Capo d'Otranto, da cui si può assistere alla prima alba dell'anno nuovo, essendo in assoluto il punto più ad est d'Italia.
Oranto è una città fortificata ed il suo borgo antico è racchiuso dalle mura difensive che consentono l'accesso al proprio interno attraverso la Porta Alfonsina.
Testimonianza del passaggio di vari popoli, come Bizantini, Normanni, Angioini, Aragonesi e Turchi, sono i suoi tesori artistici ed architettonici, come il Castello Aragonese, antica fortezza militare fatta costruire da Ferdinando I D'Aragona, attualmente utilizzato per mostre ed avvenimenti culturali, famoso anche per aver dato il nome al primo romanzo gotico nella letteratura inglese.
Dalla piazza in cui sorge il castello si diramano un labirinto di vicoli che proseguono per tutto il borgo antico e collegano i vari luoghi caratteristici e le bellezze artistiche come la Cattedrale di Santa Maria Annunziata, la bizantina Chiesetta di San Pietro, la chiesa della Madonna dell'Altomare, Palazzo Lopez, Palazzo de Mori.
Il grande sistema di difesa delle mura d'Otranto è il risultato di numerose modifiche che si sono avvicendate nel corso dei secoli, partendo dall'età messapica e romana fino ad arrivare agli interventi effettuati in epoca angioina.
La Masseria sorge in una zona di notevole valore paesaggistico, tra le più belle e suggestive del litorale di Otranto, accanto alla famosa “Baia dei Turchi”, una rada dal mare cristallino.
Masseria Mongiò costituisce la parte nord della vasta tenuta dell’omonima famiglia. Dai vecchi edifici rurali, dopo una lunga e attenta ristrutturazione, sono state ricavate 12 suites, diverse l’una dall’altra come dimensioni e distribuzione degli ambienti ma comunque simili nello stile e nei materiali. Per la ristrutturazione si è scelto di utilizzare materiali e colori pienamente compatibili con l’ambiente naturale circostante, massimizzando il riutilizzo dell’esistente al fine di mantenere un senso di continuità con il passato, ma offrendo al contempo le miglior soluzioni per il benessere ed il confort degli ospiti.
L’intervento è stato improntato a ridurre al minimo gli impatti ambientali, anche grazie all’esclusivo utilizzo di energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili.
I nostri ospiti, sensibili al tema del rispetto dell’ambiente, con i loro comportamenti sono anch’essi partecipi dell’intero processo di tutela ambientale.
La famiglia Mongiò venne nel Salento al seguito degli angioini alla fine del XIV secolo stabilendosi a Lecce e a Galatina.
Verso la metà del XVI secolo si divise in due rami, Mongiò del Giglio e Mongiò dell’Elefante a cui appartengono i proprietari della tenuta.
Il logo della masseria riprende lo stemma della famiglia, semplificandolo, e mettendo in risalto il suo elemento principale, l’elefante con la torre.
In araldica l’elefante simboleggia forza e grandezza d’animo ma in molte culture è associato a fortuna e felicità.
Non abbiamo ancora la pretesa di donare la felicità ma certamente abbiamo l’ambizione di rendere il vostro soggiorno gradevole e sereno, immersi nella natura e nei profumi di un luogo incantevole.
La vicinanza al mare, ma in un contesto rurale rende Masseria Mongiò dell’Elefante unica rispetto a tutte le altre masserie presenti sul territorio. Infatti a soli 250 metri dalla masseria, nascosta dal boschetto di pini e lecci, si trova la Baia dei Turchi, il luogo in cui, come tradizione vuole, sbarcarono gli ottomani nel 1480.
Quello che appare agli occhi dell’attonito visitatore, dopo aver attraversato il breve sentiero nel bosco di pini e lecci, è un’insenatura dal sapore caraibico, caratterizzata da sabbia bianca ed un mare dalle sfumature turchesi.
Il contatto con la natura, i profumi della campagna e del mare fanno di Masseria Mongiò un luogo autentico, dove vivere un’esperienza unica e irripetibile.
La Masseria dispone di 12 suite, diverse l’una dall’altra come dimensioni e distribuzione degli ambienti ma comunque simili nello stile e nei materiali. Per la ristrutturazione sono stati utilizzati materiali locali, come pietra leccese e legni di recupero.
Le suite, tutte finemente arredate con sobrietà ed eleganza, da 3 fino a 5 posti letto, dispongono di ingresso indipendente e sono dotate di aria condizionata, 2 Tv/color, frigobar, cassaforte, servizio internet Wi-Fi gratuito.
Le suite sono dotate di terrazza o di giardino privato e tutte godono dello splendido e variegato paesaggio circostante dove si alternano il bosco, il vigneto ed i campi coltivati, intervallati da scorci di mare blu.
Sono messi a disposizione due appartamenti per le necessità di clienti con disabilità.
Dalla nostra struttura si accede direttamente alla splendida spiaggia “Baia dei Turchi” attraverso un percorso ombreggiato di circa 250 metri.
La nostra cucina si basa sull’utilizzo di ingredienti provenienti dal territorio salentino, elaborati secondo la tradizione locale, selezionati per ottenere la migliore qualità per i nostri ospiti.
I prodotti tipici, provenienti da aziende agricole locali, sono proposti attraverso una cucina semplice, con stile innovativo ed elegante. La particolare posizione della Masseria, in prossimità del mare ma in un contesto tipicamente rurale, si esprime con un menù a base di pesce e verdure locali. La nostra cantina offre il meglio dei vini pugliesi di qualità.
La struttura è dotata di una zona relax ad uso esclusivo degli ospiti della masseria, l’Ipogeo, dotata di un’ampia vasca idromassaggio, un bagno turco, una sauna, una doccia emozionale ed un angolo tisaneria. Ai nostri ospiti è riservata anche la possibilità di prenotare massaggi in camera o sulla terrazza con vista sulla baia.
Per farvi cogliere appieno l’emozione di una vacanza rigenerante, vi daremo il benvenuto con un prezioso omaggio, un Wellness Check, metodica eseguita dal fisiokinesiterapista dr. Roberto Monesi, che avrà il compito di disegnare il vostro personale profilo di benessere.
Saprà orientarvi nel poliedrico universo dei massaggi olistici, per realizzare dei trattamenti di benessere esclusivi. Basterà prenotarsi presso la nostra reception per godere di questo primo approccio personalizzato di wellness gratuito.
VISITA ALLA CAVA DI BAUXITE
La cava di Bauxite è un ex giacimento di estrazione mineraria in cui si è formato un laghetto il cui colore dell’acqua crea un incredibile contrasto con quello delle pareti rocciose che lo circondano.
Il laghetto, formatosi nel corso degli anni dopo l’abbandono del sito minerario, a causa delle infiltrazioni d’acqua di una delle tante falde presenti sul territorio carsico, deve il suo colore particolarmente intenso grazie alla presenza di residui di bauxite nella cava, stesso motivo per cui il colore della terra circostante è di rosso intenso.
Si trova nei pressi del faro di Punta Palascia e del Monte Sant’Angelo, a pochi chilometri a sud di Otranto, proseguendo in direzione del Bosco Le Orte. La miniera è a cielo aperto ed il sito è liberamente visitabile.
VISITE GUDATE
Laghi di Alimini
Situati a nord di Otranto, il laghi Alimini sono due laghi, Alimini Grande ed Alimini Piccolo, collegati da un canale chiamato “Lu Strittu”, che fanno parte dell’ omonima oasi protetta.
Alimini Grande è circondato quasi completamente da pinete e macchia mediterranea ed ha una percentuale di salinità quasi uguale a quella marina, essendo stato generato dall’erosione del mare. Il tratto settentrionale, chiamato “Palude Traguano” è ricco di sorgenti, tra cui quella denominata “Zudrea” che, insieme al mare, alimenta il lago.
Alimini piccolo, chiamato anche “Fontanelle”, è alimentato dal canale “Rio Grande” ed è ricco di sorgenti di acqua dolce, motivo per cui le acque del lago sono prevalentemente dolci.
La zona è l’ideale per chi desidera osservare un paesaggio incontaminato costituito da una ricca avifauna di specie migratorie quali: la cicogna bianca, il fenicottero, le gru, le oche selvatiche ed i cigni. Sono presenti anche una vasta varietà di rapaci come i falchi della palude, i gheppi, i nibbi, le aquile imperiali, il gufo reale, l’allocco il barbagianni.
Tra i mammiferi si possono osservare i tassi, le puzzole e i furetti.
I laghi, con la caratteristica vegetazione e la vasta e varia fauna costituiscono uno dei luoghi naturali più preziosi del Salento e fanno parte della Zona di Protezione Speciale.
L’Albero della Vita (nella Cattedrale di Otranto)
Il mosaico pavimentale della Cattedrale di Otranto è stato realizzato tra il 1163 ed il 1165 dal monaco Pantaleone. Dettaglio affascinante, che da adito a diverse teorie, è la firma dell’autore incisa nella parte inferiore del mosaico, non all’interno della chiesa ma all’esterno subito dopo la soglia della porta. Realizzato con circa 600.000 tessere di calcare, il mosaico ricopre l’intero pavimento della cattedrale.
Nella parte centrale è raffigurato un albero, con i rami del bene e del male, che, secondo la maggior parte degli esperti, rappresenta l’albero della vita, ma le scuole di pensiero sono diverse e finora non si è giunti ad ad una conclusione comune che soddisfi tutte le ipotesi.
Attorno all’albero sono rappresentate una moltitudine di scene tratte sia dall’antico testamento che da altri contesti.
Tra le tante vi sono: la cacciata di Adamo ed Eva dal paradiso terrestre, Re Artù a dorso di un caprone, Caino con in mano un bastone nell’atto di colpire Abele ricurvo dal dolore, il Demonio sotto forma di serpente tra Adamo ed Eva, il diluvio universale con la mano di Dio su Noè inginocchiato e dall’altra parte gli animali mentre salgono sull’Arca.
La ricchezza degli elementi rappresentati, che raffigurano numerosi simboli di culture diverse, sono un’ulteriore testimonianza del fatto che la posizione geografica di cui gode Otranto ha favorito lo scambio e l’incontro fra culture e popoli differenti, fra Occidente ed Oriente.
La Cattedrale di Otranto
È la cattedrale più grande del Salento e si trova nel punto più alto della città, nel pieno centro del borgo antico.
Fu edificata sui resti di una domus romana, di un villaggio messapico e di un tempio paleocristiano, nella seconda metà dell’anno 1000 ed è dedicata a Santa Maria Annunziata.
L’episodio più famoso legato alla cattedrale è certamente quello dell’invasione turca del 1480, durante la quale all’interno della cattedrale furono massacrati tutti i cristiani che vi cercarono rifugio. Inoltre la cattedrale venne adibita a moschea ed i suoi tesori artistici andarono distrutti. Tutto questo fino a quando la città non venne liberata ad opera degli Aragonesi.
La struttura interna è costituita da tre navate e proprio in fondo alla navata destra si trova la “cappella dei Martiri”, cioè degli 800 cristiani massacrati dai turchi perchè si rifiutarono di rinnegare la propria fede, ed è la parte della chiesa dedicata al ricordo dello sterminio dei “Martiri d’Otranto”.
Il borgo antico di Otranto
Otranto è il comune più ad est dello stivale e per secoli ha rappresentato un luogo di scambio culturale, artistico e commerciale tra Occidente ed Oriente.
Conta 5.724 abitanti e sorge sull’omonimo Canale d’Otranto che separa l’Italia dall’Albania. Nel 2010 il borgo antico è stato riconosciuto come Patrimonio Culturale dell’UNESCO per la pace e fa parte del club “I borghi più belli d’Italia”.
Uno dei luoghi più caratteristici, meta di turisti e residenti, è Punta Palascia, conosciuta anche come Capo d’Otranto, da cui si può assistere alla prima alba dell’anno nuovo, essendo in assoluto il punto più ad est d’Italia.
Oranto è una città fortificata ed il suo borgo antico è racchiuso dalle mura difensive che consentono l’accesso al proprio interno attraverso la Porta Alfonsina.
Testimonianza del passaggio di vari popoli, come Bizantini, Normanni, Angioini, Aragonesi e Turchi, sono i suoi tesori artistici ed architettonici, come il Castello Aragonese, antica fortezza militare fatta costruire da Ferdinando I D’Aragona, attualmente utilizzato per mostre ed avvenimenti culturali, famoso anche per aver dato il nome al primo romanzo gotico nella letteratura inglese.
Dalla piazza in cui sorge il castello si diramano un labirinto di vicoli che proseguono per tutto il borgo antico e collegano i vari luoghi caratteristici e le bellezze artistiche come la Cattedrale di Santa Maria Annunziata, la bizantina Chiesetta di San Pietro, la chiesa della Madonna dell’Altomare, Palazzo Lopez, Palazzo de Mori.
Il grande sistema di difesa delle mura d’Otranto è il risultato di numerose modifiche che si sono avvicendate nel corso dei secoli, partendo dall’età messapica e romana fino ad arrivare agli interventi effettuati in epoca angioina.
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